- QUANDO LA VITA HA PIU’ FANTASIA DI NOI.
“ho trovato un volantino in ospedale – Concorso Nazionale di Nefrologia Narrativa – scade tra pochi giorni. Sai che faccio? io ci provo, in fin dei conti dopo tredici anni di malattia riuscirò a raccontare qualcosa”
Fatto, spedito e ….dimenticato.
E chi ci pensava più. Ma a settembre alle dieci di sera squilla il telefono. E’ Valerio: “Ho vinto! Dovrò andare a Firenze a ritirare il premio. Vieni anche tu? In fin dei conti sono solo 400 km.! ”
L’invito è allettante, perché, naturalmente, ho capito subito che non ci saremmo andati in treno ma… a piedi.
E così, anche stavolta, sarà una malattia a motivare una nuova avventura.
SI PARTE
Luce nuova sui sentieri di casa sulle creste delle Prealpi, poi giù fino ad attraversare colline di vigneti costeggiando cantine tra profumi di mosto e di campi.
Dopo Treviso la corsa è tranquilla, lungo la ciclabile del Sile, mentre lo sguardo poggia ora sulle anatre ora sui cigni che nuotano beati. Ed è così che seguendo la lenta e silenziosa corrente lungo le anse, che a volte lasciano spazio a prati di ninfee, arriviamo alla laguna dove una motonave, portandoci al Lido di Venezia, ci fa concludere la terza tappa.







Poco sotto il Pian de le Femene salutiamo una bella mandria di vacche-
un po’ più su una piccola sorgente ci permette di riempire di freschissima acqua le nostre borracce
E dal Pian de le Femene la discesa comincia, complicata dagli schianti lasciati da Vaia.
Dopo Revine, scendiamo fino a passare sotto i piloni dell’autostrada, e poi, finalmente a Vittorio Veneto (composta da quelli che furono due comuni distinti, Ceneda e Serravalle)
La Torre dell’Orologio a Serravalle, L’antica Loggia del Palazzo della Comunità di Serravalle ora sede del Museo del Cenedese

Ora siamo nella terra del vino e ogni cosa ce lo ricorda.
Vigne, antichi borghi e case rurali. Il bel paesaggio che ci si presenta lungo il tragitto che da Vittorio Veneto porta a Conegliano.
Attraversiamo Conegliano, che è stato una piacevole scoperta, perché mai lo avevamo attraversato a piedi,poi, di nuovo tra i vigneti e, infine al Ponte della Priula e al Piave